Apr / 10

Come si affida una parte?

Le capacità tecniche sono indispensabili ma non esclusive: per interpretare un personaggio sono necessarie anche abilità espressive. La nostra esperienza raccontata attraverso Coppelia e tre interpreti diverse.

 

Il 16 aprile si avvicina e questi sono i giorni delle ultime prove di Coppelia, il balletto di repertorio che racconta la storia della bambola del Dottor Coppelius e dei due fidanzati Franz e Swanilda. Se prima abbiamo raccontato cosa significa per Proscaenium organizzare un saggio-spettacolo, qui vogliamo spendere due parole su come i maestri affidano le parti ai ragazzi.

 

La selezione si basa essenzialmente sull’osservazione dei ragazzi: ci sono gli anni di studio da tenere in considerazione – quindi la partecipazione alle lezioni e più in generale l’impegno – oltre che l’età e le capacità.

 

Le capacità tecniche sono il criterio principale di selezione per gli allievi più piccoli: il ruolo assegnato dev’essere ben commisurato per dare il giusto valore agli interpreti. Ecco perché, per esempio, per i bambini piccoli è stato scelto un ruolo dai movimenti meccanici e semplici, quello degli automatismi, i meccanismi dalla forma umana costruiti da Coppelius. Le piccole mazurche rappresentano una sfida: si tratta di una danza impegnativa che è stata proposta ad un gruppo di bambine molto brave del corso pre-accademico. Certamente anche per i più piccoli l’aspetto espressivo è rilevante perché è importante che i bambini salgano sul palcoscenico essendo presenti e attivi ma più in generale possiamo affermare che mentre per gli allievi più piccoli la scelta del ruolo è strettamente legata alle capacità tecniche, è per i ragazzi più grandi che l’aspetto espressivo riveste un ruolo decisivo.

 

Quest’anno la scelta della protagonista (Swanilda) è caduta su Beatrice Barbieri: ha 23 anni e da molti anni studia danza in modo professionale. Questo percorso di formazione alla danza le ha consentito di accumulare anche una certa esperienza in termini di palcoscenico. In secondo luogo, ma non meno importante, le sue doti interpretative sono di alto livello, prove di un lungo percorso di crescita trasversale.

 

Swanilda è sicuramente il personaggio attorno al quale si costruisce il balletto ma sono le amiche a farle da cornice e a conferirle un’importanza decisiva. Per esempio nel primo atto, sono proprio loro ad accorgersi che Coppelius ha esposto la bambola sul balcone e insieme a Swanilda decidono di introdursi furtivamente nel suo laboratorio. Le amiche sono quindi delle protagoniste molto importanti, per i cui ruoli sono state scelte le ragazze dei corsi più grandi (4° e 5° corso), dall’espressività e dalla mimica particolarmente intense.

 

In sintesi: i criteri con i quali i maestri affidano le parti sono la preparazione tecnica e la capacità espressiva. Per capacità tecnica intendiamo, per esempio, stare correttamente sulle punte e sapere come affrontare il repertorio (quando le variazioni non sono adattate). Con capacità espressiva ci riferiamo alle abilità interpretative, alla mimica e alla gestualità.

 

È la terza volta che mettiamo in scena Coppelia: la prima fu nel 1997 con Michela Marchioni come protagonista. La seconda volta è stata nel 2009, quando Selene Brumana interpretò Swanilda. Con l’interpretazione di Beatrice possiamo dire di avere davanti tre Coppelie diverse. Sì, perché tutte e tre le ballerine sono tecnicamente omogenee, graziose e spiritose ma si distinguono comunque l’una dall’altra per delle singole qualità. Per esempio, Michela aveva ottime capacità interpretative ed espressive, Selene è stata tecnicamente affidabile e precisa (il ruolo della protagonista è molto impegnativo perché si trova in scena per tutta la durata del balletto), Beatrice è tecnicamente preparata oltre che elegante e fisicamente molto armoniosa.

 

In questi mesi di prove tra i ballerini del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e Proscaenium, si è creato un clima simpatico e rilassato, in cui ognuno si sente a proprio agio. Da parte dei ballerini della Scala, poi, c’è stata fin da subito una grande disponibilità in termini di tempo, di energie e professionalità: Giacomo Migliavacca, giovanissimo ballerino uscito l’anno scorso dall’Accademia del Teatro alla Scala, interpreterà per la prima volta il ruolo di Franz, proprio in questa occasione. Parte di questo clima positivo lo dobbiamo in particolare a Giuseppe Conte, l’interprete di Coppelius, che nella storia ha un ruolo importantissimo. Giuseppe è un ballerino molto scrupoloso e sta vivendo questa esperienza con un grande senso di responsabilità verso i ragazzi, danzando con loro con la stessa serietà con cui danzerebbe al Teatro alla Scala. Allo stesso modo si sta adoperando nella ricerca di particolari accessori per caratterizzare ancora meglio il suo personaggio, per esempio scegliendo la parrucca e le calzature più adatte.

 

Mancano pochissimi giorni all’apertura del sipario e ci teniamo a ricordare che Coppelia rappresenterà un modo per rendere omaggio a una figura per noi fondamentale: lo spettacolo di quest’anno sarà dedicato alla Signora Lucia Galli Galletti, fondatrice della scuola, scomparsa a febbraio.

 


Beatrice Barbieri (allieva di Proscaenium) e Giacomo Migliavacca (ballerino del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala) sono i protagonisti di Coppelia, in scena il 16 aprile. Tra una prova e l’altra, gli abbiamo fatto qualche domanda a proposito di questa esperienza: